La storia di Acilia Sud e Tor di Valle

In questo articolo analizzeremo la situazione degli eterni cantieri di Acilia Sud e Tor di Valle, sulla ferrovia Roma-Lido.

Il cantiere della stazione di Acilia Sud visto da via Roberto Crippa

Premessa

Le due stazioni di cui andremo a parlare si trovano sul tracciato della ferrovia Roma – Lido, la nota linea ferroviaria di proprietà regionale ma gestita dalla municipalizzata comunale ATAC aperta nel 1924 come collegamento tra Roma e il Lido di Ostia. Si tratta delle stazioni (incompiute) di Acilia Sud e Tor di Valle.

Acilia Sud dovrebbe sorgere nella tratta tra le stazioni di Acilia e Ostia Antica e dovrebbe servire le zone di Acilia Sud e Dragona. Il cantiere è situato tra la strada provinciale 8bis via Ostiense alt. km 19+700 e via Bepi Romagnoni alt. civico 171.

Tor di Valle è una stazione già attiva dal 1961 a servizio dell’omonima zona (che fino al 2013 ospitava il noto ippodromo omonimo) e del Torrino. La “stazione” risulta tuttavia inaccessibile ai disabili motori ed è costituita unicamente da due banchine scoperte. La zona circostante è inoltre appestata da cumuli di rifiuti e odori nauseabondi. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo fabbricato viaggiatori, di un nuovo locale per il personale di stazione e di servizi igienici. La stazione è compresa tra la strada provinciale 8bis via Ostiense alt. via dell’Ippica e piazzale Ezio Tarantelli.

I fatti

Il 13 febbraio 2007 la regione Lazio (giunta di Piero Marrazzo) e Met. Ro., società allora incaricata della gestione della metropolitana di Roma (linee A e B) e delle tre ferrovie regionali concesse, firmarono una convenzione che prevedeva lo stanziamento di una quantità imprecisata di denaro (su internet non abbiamo trovato il documento originale) per la realizzazione della nuova stazione di Acilia Sud e per l’ammodernamento della stazione di Tor di Valle. Tali soldi non furono impiegati fino al 7 ottobre 2011, quando ATAC (subentrata a Met. Ro. nella gestione del trasporto metroferroviario) pubblicò il bando per la realizzazione dei lavori (avviso di gara bando n° 20/2011) con un importo totale di 7,2 milioni di euro (precisamente 7 248 283,49 €) e con scadenza a gennaio 2012. Di quei 7,3 milioni circa 5,1 milioni sono per la realizzazione della nuova stazione e circa 1 milione per i lavori a Tor di Valle (i rimanenti sono spese di rito quali oneri per la sicurezza e oneri per la progettazione esecutiva). Va ricordato che come specificato nell’avviso di bando i fondi sono impegnati ma vengono erogati di volta in volta dalla regione Lazio.

Ad aggiudicarsi il bando in data 12 aprile 2013 è stata la società Italiana Costruzioni S.p.A. (avviso di aggiudicazione appalto n° 39/2013) che ha iniziato i lavori nel 2014. I cantieri in entrambe le stazioni si sono fermati nel 2017 poiché l’azienda incaricata dei lavori non ha ricevuto gli adeguati pagamenti da ATAC. Fino a marzo 2021 erano fermi anche gli iter per la realizzazione dei servizi accessori, in carico a Roma Capitale, quali: il cavalcavia pedonale che colleghi la stazione a Dragona e il parcheggio di scambio, da realizzare in un’area di proprietà ATAC in viale Enrico Ortolani ma finita nelle maglie della dismissione di immobili e terreni di proprietà dell’azienda.

Secondo la versione più accreditata ATAC avrebbe impiegato i fondi destinati alle due stazioni per altre motivazioni (pare di grande urgenza) interrompendo quindi l’erogazione dei fondi alla ditta costruttrice, che di riflesso ha interrotto i lavori. Il fatto più scandaloso è che i cantieri in entrambe le stazioni erano già iniziati per cui l’interruzione dei lavori ha provocato un fermo totale con ovvie ripercussioni sulle opere già realizzate ma incompiute. Ironia della sorte il fabbricato viaggiatori fantasma di Acilia Sud è ben più degno di essere definito stazione rispetto a Tor di Valle. Va ricordato che poi le due stazioni (soprattutto Tor di Valle) erano finite nel ginepraio del progetto per lo stadio della AS Roma da realizzare sul sito dell’ippodromo di Tor di Valle (altro grande scandalo romano).

Ammesso che la ricostruzione dei fatti sia veritiera è vergognoso che dalla regione nessuno abbia vigilato sull’effettiva destinazione di quei soldi ed è ancor più vergognoso che nonostante le innumerevoli promesse (fatte soprattutto in clima di campagna elettorale) dopo ben cinque anni nulla si è mosso.

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