Roma Metropolitane e Roma Servizi per la Mobilità

Nel post di oggi torniamo a parlare delle due municipalizzate che, tra le altre cose, progettano e portano avanti numerose infrastrutture del trasporto pubblico romano.

Riprendendo un articolo pubblicato a Capodanno oggi torniamo a parlare di Roma Metropolitane e Roma Servizi per la Mobilità. Per farlo ho deciso di avvalermi della relazione della Corte dei conti sulle partecipazioni di Roma Capitale pubblicata nel 2021, che ha dedicato particolare attenzione anche al tema della possibile fusione delle due società in oggetto.

Premessa

Partiamo dalla premessa:

  • Roma Metropolitane è una società interamente partecipata da Roma Capitale e costituita nel 2004 per la progettazione e realizzazione di nuove linee della metropolitana nonché del prolungamento delle esistenti (si veda a titolo di esempio la linea C e la diramazione B1) e di servizi di trasporto pubblico “alternativi”, tra cui si menzionano filovie ed impianti a fune. La società è stata posta in liquidazione nel 2019 poiché le reiterate perdite avevano portato alla riduzione di oltre 1/3 del capitale sociale. Già prima della messa in liquidazione, operata tuttavia senza l’approvazione dei bilanci dal 2015 al 2018, si era valutata una possibile fusione (anche parziale) con Roma Servizi per la Mobilità. Nel 2021 il comune ha scelto di tornare sui propri passi procedendo all’approvazione dei bilanci e alla predisposizione di un piano per il risanamento e la conclusione della procedura di liquidazione. Successivamente è stata proposta la fusione delle due società, respinta polemicamente dalle opposizioni in Assemblea capitolina e categoricamente esclusa dalla giunta guidata da Roberto Gualtieri.
  • Roma Servizi per la Mobilità è anch’essa una società interamente partecipata da Roma Capitale e svolge una pluralità di funzioni inerenti il trasporto pubblico e privato che la qualificano quale agenzia della mobilità di Roma. Tra le sue competenze possiamo trovare anche la progettazione e realizzazione (o modifica) di autolinee ed infrastrutture tranviarie (si vedano i progetti sulla linea G o la Termini-Vaticano-Aurelio e le varie modifiche portate avanti sulla rete bus dalla razionalizzazione del 2014 in poi).

La relazione della Corte

Come detto nel precedente articolo l’attuale giunta, anche durante gli ultimi mesi della precedente consiliatura, ha osteggiato il progetto di fusione tra Roma Metropolitane e Roma Servizi per la Mobilità sostenendo, si cita il sito ufficiale del comune che sintetizza il contenuto delle delibere proposte a dicembre sul tema, la “diversità di mission tra le due società”.

La relazione della Corte dei conti, invece, sostiene l’esatto contrario; pur sottolineando i forti errori nella gestione di Roma Metropolitane, messa in liquidazione senza prima aver approvato i bilanci precedenti (non avendo quindi reale contezza della situazione patrimoniale dell’azienda) e criticando la generale confusione del socio pubblico, evidenzia tuttavia che “La similarità tra le attività svolte da R.M. S.r.l. e R.S.M. S.r.l. risultano quindi provate documentalmente, essendo state evidenziate nei diversi progetti di razionalizzazione, sin qui non attuati”. La stessa Corte evidenza inoltre, citando il TUSP (art. 20, comma 2, lett. e), che tale razionalizzazione è anche obbligatoria.

Ben venga il risanamento di Roma Metropolitane e la conclusione in bonis della procedura di liquidazione ma per quale ragione dovremmo mantenere due aziende separate con compiti sovrapponibili? Sia ben chiaro, la fusione non è l’unica via, si potrebbe pensare, ad esempio, anche ad una cessione del ramo d’azienda della progettazione da parte di RSM verso RM, anche se risulterebbe probabilmente meno conveniente sotto un profilo di razionalizzazione e riduzione dei costi. Sta di fatto che l’attuale assetto, introdotto nel 2010, risulta, utilizzando le parole della Corte, “poco conforme ai canoni di razionalità, economicità ed efficienza che invece dovrebbero connotare le gestioni pubbliche”.

Fonti

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