ATAC

ATAC S.p.A. Azienda per la Mobilità di Roma Capitale, dove ATAC è acronimo di Azienda per i Trasporti Autoferrotranviari del Comune, è un’azienda pubblica, interamente partecipata da Roma Capitale, attiva nella gestione del trasporto pubblico locale e dei servizi ad esso complementari.

Per conto di Roma Capitale gestisce in regime di in house providing l’80% della rete autobus urbana oltre che le intere reti filoviaria, metropolitana e tranviaria; sempre per conto dell’ente comunale gestisce la ferrovia Roma-Giardinetti (precedentemente di proprietà della Regione Lazio) ed amministra anche la sosta tariffata e i parcheggi scambiatori. In via residuale l’azienda dispone di un servizio di noleggio con conducente di autobus, prevalentemente gran turismo, e tram storici. In passato ha gestito servizi di trasporto pubblico anche al di fuori degli attuali confini comunali e tra il 2010 e il 2022 ha gestito per conto della Regione Lazio le ferrovie isolate Roma-Civita Castellana-Viterbo e Roma-Lido.

L’azienda fu fondata nel 1909 nell’ambito della municipalizzazione dei principali servizi pubblici di Roma. Fu riformata una prima volta nel 2000, quando fu scissa in due componenti separate: Trambus, per la gestione operativa del TPL di superficie, e ATAC, divenuta agenzia per la mobilità con compiti di pianificazione e coordinazione della mobilità pubblica, funzione perfezionata nel 2005 con l’incorporazione della Società Trasporti Automobilistici (STA). Una seconda riforma si ebbe nel 2010 quanto in ATAC furono incorporate Trambus e Met.Ro., quest’ultima controllata dal comune di Roma e gestore della rete metroferroviaria fuoriuscita da Cotral nel 2000. Con quest’ultima riforma le funzioni di agenzia della mobilità sono state affidate a Roma Servizi per la Mobilità, fondata nel 2009 mediante scissione parziale del ramo d’azienda di ATAC. Nel 2018 a causa del forte dissesto finanziario accumulato negli anni l’azienda è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo.

INDICE

Storia

Dalle origini alla seconda guerra mondiale

L’azienda fu fondata nell’era della municipalizzazione dei principali servizi pubblici in Italia conseguenti all’approvazione della legge Giolitti nel 1903. A Roma il servizio di trasporto pubblico locale, composto in larga parte da tram a trazione elettrica, era gestito in un regime di sostanziale monopolio dalla privata Società Romana Tramways Omnibus (SRTO), detta “la Romana”. I costi esosi per la collettività e le riportate inefficienze del servizio spinsero proprio verso la creazione di un’azienda pubblica ed entrarono nel dibattito politico di allora. La municipalizzazione dei servizi divenne uno dei punti principali del programma del candidato sindaco Ernesto Nathan, eletto al Campidoglio nel 1907; dopo la sua elezione Nathan promosse infatti un referendum per la municipalizzazione dei servizi di trasporto pubblico e della fornitura di energia elettrica. Il risultato positivo del referendum portò alla fondazione delle due aziende pubbliche: Azienda Autonoma Tranviaria Municipale (AATM), che mutò rapidamente nome in Azienda Tranvie Municipali (ATM), e Azienda Elettrica Municipale (AEG), l’attuale Acea, entrambe costituite nel 1909. ATM approvò il regolamento aziendale nel 1910 ed inaugurò il servizio il 21 marzo 1911 con la linea tranviaria III, tra piazza Colonna e la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, nei pressi della quale era situato il primo deposito-officina. Al netto della tariffa piuttosto economica, minore rispetto a quella offerta da SRTO, la società chiudeva i bilanci in attivo e al termine del primo anno d’esercizio contava 202 dipendenti. La sede dell’azienda fu inizialmente posta presso palazzo Balestra in piazza Santi Apostoli, dove aveva sede l’Ufficio tecnologico comunale, mentre nel 1912 fu spostata presso palazzo Montemartini in via Volturno.

Al vertice dell’azienda era posto il presidente ed una commissione amministratrice (al pari di un moderno consiglio d’amministrazione) scelta dal consiglio comunale a cui si affiancava il direttore tecnico, ossia un ingegnere scelto tramite concorso per titoli che ne dirigeva i settori amministrativo-finanziario e tecnico. I servizi erano divisi in cinque reparti: movimento, deposito, magazzino, officina riparazioni, manutenzione e trazione; per i primi tre servizi vi era il capo-movimento, coadiuvato da due ispettori, il capo-deposito e il magazziniere mentre negli altri due erano presenti direttori coadiuvati da due ingegneri. Il personale salariato oltre che dai capi squadra e dagli ispettori era costituito da: fattorini, conducenti, operai di 1ª, 2ª e 3ª classe a cui si aggiungevano i cantonieri e gli avventizi; questi ultimi erano chiamati a lavorare in caso di malattia del personale in organico o per effettuare corse fuori orario ed erano pertanto retribuiti solo quando lavoravano. I salariati erano integrati nel sistema previdenziale varato dal governo Giolitti, la Cassa Nazionale di Previdenza per la Vecchiaia e l’Invalidità degli Operai, cui erano corrisposte dall’azienda sei quote annuali di sei lire per ogni iscritto. Le promozioni si svolgevano per merito ed anzianità mentre il passaggio da conducenti e fattorini a ispettori e da operai a capisquadra era ad arbitrio dell’azienda. Il carico di lavoro per i salariati era di 63 ore a settimana, salvo il diritto al riposo, con un giorno di congedo retribuito ogni 15 di lavoro, cui si aggiungevano 10 giorni di congedo retribuiti ogni anno. Si prevedeva la distribuzione degli utili di bilancio nella misura del 22% al personale dei salariati ed impiegati “da ripartirsi in ragione dello stipendio o salario percepito”: i capi squadra e gli ispettori avrebbero percepito 6 lire al giorno, la paga massima di un conducente era fissata a 4 lire, quella di un operaio poteva raggiungere le 4,50 lire, quella di un fattorino 3,70 lire.

Negli anni successivi con lo scadere delle concessioni assegnate ad SRTO l’azienda procedette a rilevare gradualmente linee, impianti e parco mezzi della Romana, ultimando questo processo nel 1929 con il riscatto della linea 16 e la conseguente dissoluzione di SRTO, confluita in SEFI, la società incaricata prima della realizzazione e poi dell’esercizio della ferrovia Roma-Lido. L’ampliamento delle linee gestite rese necessaria anche la progettazione di un nuovo deposito che sarebbe poi sorto al posto della piazza d’Armi, nel quartiere Della Vittoria, dopo il termine della prima guerra mondiale. Contestualmente all’avanzata del tram nel 1920, su autorizzazione del comune, l’azienda municipale iniziò l’esercizio della prima linea autobus e tale servizio riscosse un discreto successo, contrariamente a quanto avvenuto con la sperimentazione portata avanti da SRTO agli inizi del ‘900. Nonostante l’iniziale successo la rete automobilistica fu ceduta nel 1924 alla Società Trasporti Ugolini (STU).

Con l’istituzione del governatorato di Roma nel 1925 l’azienda mutò nome prima in Azienda Tranvie del Governatorato (ATG) e poi, nel 1927, Azienda Tranvie e Autobus del Governatorato (ATAG); proprio nel 1927, infatti, nonostante la scadenza della concessione accordata a STU fosse nel 1935, ATG rientrò in possesso delle autolinee romane, pertanto incluse nella ragione sociale. Benito Mussolini, durante il discorso di insediamento del primo governatore di Roma, Filippo Cremonesi, palesò l’intenzione di eliminare le linee tranviarie dal centro storico e ciò fu effettivamente realizzato con la riforma tranviaria del 1930, che sostituì l’autobus al tram nel centro e ridisegnò i percorsi rimanenti. Sette anni dopo sempre su impulso delle politiche fasciste che miravano alla promozione dell’efficienza, dell’ordine e della funzionalità dei servizi pubblici della capitale, ma probabilmente anche a causa delle forti sanzioni inflitte dalla Società delle Nazioni, furono inaugurate le prime due linee filoviarie: 137 e 138, nel quartiere Flaminio. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nel 1939, l’azienda disponeva di tre depositi tranviari (Santa Croce, Porta Maggiore e Vittoria), nove sottostazioni elettriche di conversione e 12 rimesse per autobus e filobus a cui si aggiungevano le Officine centrali di via Prenestina, realizzate nel 1925 rilevando i locali delle Officine meccaniche Tabanelli.

Il conflitto e il secondo dopoguerra

L’ampliamento della rete di trasporto pubblico locale fu bruscamente bloccato dalla seconda guerra mondiale anche se l’impatto maggiore si registrò solo sul finire del conflitto a causa sia delle crescenti penurie di ricambi e materiali per l’esercizio che per il bombardamento alleato sullo scalo di San Lorenzo dell’estate 1943, che danneggiò fortemente il deposito di Porta Maggiore e le Officine centrali; inoltre, dopo l’armistizio di Cassibile, diverse vetture autofiloviarie e tranviarie furono requisite dai tedeschi in ritirata. A cavallo tra il 1943 e il 1944 si imposero dunque forti limitazioni al servizio con la sospensione di diverse linee e la riduzione di orario per quelle poche rimaste in servizio; nello stesso periodo l’azienda sub-affidò le linee autobus di Ostia e Fiumicino alla Società Autoservizi Marzano (SAM).

Il 9 agosto 1944 col ritorno del governatorato allo status di comune ATAG assunse la denominazione di Azienda Tranvie e Autobus del Comune, assumendo per la prima volta nella sua storia l’acronimo ATAC che rimase invariato, seppur mutando talvolta di significato, nel corso dei decenni successivi. L’azienda si trovò dunque ad affrontare il difficile compito della ricostruzione della rete e del parco rotabile; per i primi anni del dopoguerra un servizio tranviario minimo fu assicurato da alcune camionette ma solo da febbraio 1947 furono ripristinate le prime sei linee e il ritorno alla rete prebellica si raggiunse solo nel 1948. I successivi anni furono caratterizzati da una forte espansione della rete automobilistica ai danni della rete tranviaria mentre iniziò il declino della rete filoviaria, culminato con la soppressione nel luglio 1972 delle ultime due linee, ossia 47 e 47 rosso.

In ossequio alla riforma del settore del trasporto pubblico locale iniziata a livello statale nel 1997, nel corso del 2000 Regione e Comune portarono avanti una riforma del settore che coinvolse naturalmente anche ATAC implementando il cosiddetto “modello romano”. Il 18 dicembre 2000 l’azienda speciale ATAC fu scissa in due componenti separate: Trambus, a cui fu affidata la gestione operativa della rete di superficie, e ATAC, con funzione di pianificazione, regolazione e controllo del trasporto pubblico romano. Proprio sotto questa veste l’azienda gestì il sub-affidamento prima delle linee J e poi di parte della rete autobus diurna e dell’intera rete notturna in favore delle varie ATI costituite dalla SITA e poi del consorzio privato Tevere TPL. Nel corso del 2001 la società Met.Ro., gestore della metropolitana e delle tre ferrovie ex concesse (Roma-Civita Castellana-Viterbo, Roma-Lido e Roma-Pantano) nata anch’essa nell’ambito della riforma del 2000, cedette ad ATAC un ramo d’azienda concernente diverse attività: staff patrimonio e vigilanza, affari generali legali e istituzionali (AGLI) e servizi collettivi, funzione amministrazione e finanza, servizio controllo di gestione, funzione innovazioni e ricerca, funzione marketing, comunicazione e commerciale, funzione ingegneria, funzione personale (formazione e sviluppo risorse umane), funzione sistemi informativi e servizi patrimoniali.

Il 15 luglio 2005 si concluse l’iter di incorporazione della Società Trasporti Automobilistici (STA), società interamente controllata dal comune di Roma ed incaricata della gestione della sosta tariffata, delle corsie preferenziali, dei semafori, delle zone a traffico limitato (ZTL), dei parcheggi scambiatori e dei servizi di car sharing. Successivamente nel dicembre 2005, su indirizzo del consiglio comunale di Roma, venne istituita la società ATAC Patrimonio, interamente controllata dalla municipalizzata a cui fu trasferito il patrimonio immobiliare di pertinenza aziendale. A cavallo tra il 2008 e il 2010 l’azienda in qualità di agenzia della mobilità curò lo svolgimento della gara d’appalto per l’assegnazione di parte della rete di autolinee diurne precedentemente affidate a Tevere TPL e assegnate poi a Roma TPL.

Con il 2009 il consiglio comunale approvò una delibera per un’ulteriore riorganizzazione del settore: ATAC Patrimonio passò a Roma Patrimonio S.r.l., interamente controllata dal comune di Roma; da ATAC fu scissa Roma Servizi per la Mobilità, che assunse gran parte delle competenze ereditate da ATAC con l’incorporazione di STA; furono incorporate le due società incaricate della gestione operativa del trasporto pubblico locale su ferro e su gomma, ossia Trambus, e le relative controllate Trambus Electric e Trambus Engineering, e Met.Ro. La società ereditò anche le partecipazioni delle due società tra cui figuravano Trambus Open e Officina Grandi Revisioni. Coerentemente con gli indirizzi del proprio socio unico ATAC portò avanti una semplificazione delle proprie partecipate con la liquidazione di Trambus Open nel 2013 e l’incorporazione di ATAC Patrimonio e Officina Grandi Revisioni nel 2014.

Nel 2017 l’azienda in forte dissesto finanziario, con un debito pari a circa 1,4 miliardi di euro, ha fatto richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo, istanza accolta il 27 settembre 2017 con successiva ammissione alla procedura il 27 luglio 2018. Il piano industriale proposto per il rientro del debito è stato poi approvato dall’assemblea dei creditori il 9 gennaio 2019 e il 25 giugno successivo il tribunale fallimentare ha emesso il relativo decreto di omologa. Per consentire lo svolgimento della procedura Roma Capitale ha disposto la proroga dell’affidamento dei servizi fino a fine 2021, incontrando il malcontento di alcuni comitati locali e il parere negativo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM). Alcuni comitati e movimenti politici hanno quindi promosso l’indizione di un referendum consultivo in cui sono stati espressi due quesiti: il primo riguardava la messa a gara dell’intero sistema di trasporto pubblico locale gestito dall’azienda mentre il secondo riguardava la promozione di nuovi sistemi di trasporto pubblico locale non di linea. Il referendum si è tenuto, dopo un primo rinvio, l’11 novembre 2018 e ha visto la vittoria dei “Sì” sia al primo quesito (291.424, pari al 75,5%) che al secondo (286.747, pari al 74,5%); l’ente comunale si rifiutò tuttavia di riconoscere il risultato per via del mancato raggiungimento del quorum, corrispondente al 33% degli aventi diritto al voto; ad aver votato infatti furono circa in 387.700, pari al 16,4% degli aventi diritto. L’esito del referendum fu tuttavia proclamato solo nel 2021 dopo due sentenze del Tribunale amministrativo regionale del Lazio.

Attività

ATAC gestisce gran parte del sistema di trasporto pubblico locale a Roma e in particolare opera: circa 243 linee autobus, due linee filoviarie (74 e 90), la ferrovia Roma-Giardinetti, tre linee della metropolitana (A, B/B1 e C) e sei linee tranviarie (2, 3, 5, 8, 14 e 19). L’azienda è altresì responsabile della manutenzione delle fermate autobus, filobus e tram (circa 6.440), delle fermate della metropolitana (73) e delle stazioni ferroviarie (65) oltre che dell’armamento metroferrotranviario.

Gestisce inoltre i servizi integrativi al trasporto pubblico quali la gestione e manutenzione degli stalli di parcheggio a pagamento, contrassegnati dalla segnaletica orizzontale a strisce blu, e dei parcheggi scambiatori, siti in larga parte presso i principali snodi del trasporto pubblico. Al 2020 ATAC gestisce una media annuale di circa 73.800 stalli di sosta, 2.068 parchimetri multifunzione e 35 parcheggi di scambio, che dispongono di un totale di 14.958 posti auto.

In via residuale gestisce anche un servizio di noleggio con conducente di vetture gran turismo e dei propri tram storici a cui si aggiungono, previa autorizzazione, anche autobus e tram urbani adibiti al servizio di linea utilizzabili in occasione di riprese cinematografiche o eventi particolari.

Patrimonio

Immobili

Numerosi edifici e locali appartengono o sono appartenuti ad ATAC, in larga parte strumentali all’esercizio, tra cui rimesse, palazzi ed uffici, locali e terreni. La sede centrale è stata per gran parte della sua storia a palazzo Montemartini (via Volturno, 65), lasciato nel 2006 e poi messo in vendita. Successivamente l’azienda ha avuto sede presso il Centro direzionale Argonauti (via Ostiense, 113/L), già sede di STA, e poi presso le storiche Officine centrali (via Prenestina, 45), già sede di Trambus.

Nella sua storia secolare l’azienda ha disposto di numerose rimesse per i vari mezzi; di queste quelle attualmente operanti sono: Acilia, Grottarossa, Magliana, Portonaccio, Tor Pagnotta (in parte filobus), Tor Vergata e Tor Sapienza per gli autobus; Porta Portese (o Trastevere), per i minibus elettrici, Montesacro (o Monte Sacro) e Tor Pagnotta (in gran parte per autobus) per i filobus, Porta Maggiore e le Officine centrali per i tram; Graniti, Magliana Nuova, Magliana Vecchia e Osteria del Curato per metropolitana e Roma-Lido; Acqua Acetosa, Catalano e Centocelle per le ferrovie Roma-Civita Castellana-Viterbo e Roma-Giardinetti. Uffici strategici di particolare importanza sono inoltre: la direzione parcheggi e sosta tariffata in via dei Rogazionisti, 16, la Direzione centrale operativa (DCO) delle linee A e B/B1 della metropolitana a Garbatella e la Centrale operativa di via Sondrio, 18.

Tra le ex rimesse ed impianti dismessi figurano: Collatina, Eritrea, Lega Lombarda, Ostia, San Paolo, Santa Croce, Tuscolana e Vittoria.

Dati societari

Si tratta di una società per azioni unipersonale a capitale pubblico interamente detenuto dall’ente comunale Roma Capitale. La società dispone di due partecipazioni minoritarie: 13,5% in Le Assicurazioni di Roma e 0,030% in Tecnopolo S.p.A. mentre in passato ha detenuto le seguenti quote: ATAC Patrimonio, ATAC Parcheggi, Transel Italia e Officina Grandi Revisioni (100%), Trambus Open (60%), Bravobus (49%), SMS (8%), Società Trasporti Automobilistici (2,2%) e Risorse per Roma (1,01%).

  • Data fondazione: 1909 (prima fondazione)
  • Forma societaria: società per azioni unipersonale (S.p.A.)
  • Sede: via Prenestina, 45, 00176, Roma
  • P. IVA: 06341981006
  • R.E.A.: RM 961692
  • Capitale sociale: 179.519.299 euro
  • Soci: Roma Capitale (100%)
  • Partecipate:
    • Le Assicurazioni di Roma (13,5%)
    • Tecnopolo S.p.A. (0,030%)
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